venerdì 18 novembre 2011

Il pane, alimento sacro

Buon venerdì .... il fine settimana è alle porte....EVVIVA!

Ieri sera sono stata ad un corso di panificazione presso Corte all'Olmo e la cosa mi è entrata nell'animo in un modo spettacolare.
Per arrivare ho sudato sette camicie ma non perchè era lontano o difficile da trovare ma perchè la nebbia rendeva praticamente invisibile ogni strada, viuzza.
Un posto magico ed un corso gestito da Vanda & Tecla donne fantastiche di una bellezza interiore immensa.

Il corso era fatto nella cucina dell'agriturismo con farine biologiche del Mulino Rosso e con il lievito madre da loro preparato.
Profumi, sapori e magici momenti di convivialità abilmente condotti da Tecla con il supporto di Vanda mi hanno aperto un mondo interiore fantastico.

Abbiamo amato e coccolato quel pane in lavorazione come fosse un figliolo fragile.

A fine serata ho portato a casa la mia pagnotta avvolta in sacchetti di carta, un panno e una coperta di pail perchè possa raffreddarsi con tutta la calma possibile ed oggi pomeriggio affondarò le mie fauci in quella fantastica bontà.
Ma non solo quello ho portato a casa ....finalmente anche la pasta "madre" fa parte della mia famiglia e da ieri notte la sto coccolando e viziando per evitare che subisca troppo lo stress da trasloco.

Non sono pazza ve lo assicuro ma piacevolmente estasiata.

Posterò poi le foto della pagnotta. 

5 commenti:

  1. Allora, io ho fatto le elementari dalle suore, e sinceramente al di là di tutto, non me ne pento affatto, forse perché capitai con una suora che era fantastica, severa ma fantastica, che ci fece fare un sacco di gite ed esperienze che portiamo, o almeno io porto ancora dentro con estremo piacere, e voglio raccontarti proprio una di queste gite che facemmo in terza elementare..
    Organizzò di portarci in una fattoria, perdonami ma no ricordo di preciso dove era, qua in toscana di sicuro, ma sono passati davvero troppissimi anni perché io ricordi il luogo, che poi, ai fini del racconto ha davvero poca importanza..
    Insomma una mattina arriviamo a questa fattoria, scendiamo noi tutti bambini e i genitori, la gita fu organizzata di domenica, perché il bello di quegli anni è che le gite le facevamo anche alla domenica coi genitori affinché tutti facessimo amicizia e la classe fosse un'unica grande famiglia, e ci accolse una signora che all'epoca mi sembrava di mezza età, in realtà penso oggi che avesse una cinquantina d'anni ma davvero ben portati, la quale inizialmente ci porta a fare il giro della fattoria, ci fa vedere le arnie con le api che stavano facendo il miele, le galline e i galli che razzolavano allegri nell'aia, i porcellini che grufolavano nel loro porcilaio, e insomma tutti gli animali che erano lì presenti, e lei ci illustrò le loro funzioni e l'enorme utilità che essi avevano per il buon andamento della fattoria..
    La visita continuò con l'insegnamento di come si facevano i coccetti in terracotta.. un'esperienza bellissima.. ci dette dei pezzi di argilla che avevano la consistenza del das per intendersi, non so se fosse vera e propria argilla, era rossa, questo lo ricordo, e ci disse che dovevamo crearci la nostra tazza: ci fece fare una pallina di argilla, che poi schiacciammo e rendemmo tonda e piatta, sulla quale piano piano, strato dopo strato, arrotolammo dei cilindretti sottili di argilla che univamo prima alla base, e poi uno all'altro con le nostra ditina per rendere gli strati uniformi.. piano piano le nostre tazze presero forma, insieme le mettemmo nel forno a cuocere e quando uscirono, ognuno di noi ebbe la propria tazza fatta a mano!!
    Tutto questo racconto, per arrivare qui: nel pomeriggio, dopo il pranzo a base di prodotti naturali e biologici provenienti dalla sua fattoria, ci ha insegnato a fare il pane.. mi ricordo che ci raccontò che il pane era un prodotto unico, era fondamentale per la nostra nutrizione e che farlo era un'arte e che meritava tutto il nostro amore e il nostro rispetto, ci disse che era importante la farina usata, ma soprattutto il lievito era il prodotto fondamentale che rendeva unico il pane.. io penso si riferisse al lievito madre, quello che hai avuto la fortuna di avere tu, ci parò dei "saccaromiceti", i "funghetti" responsabili della lievitazione del pane nel forno.. dopo l'illustrazione, ci siamo messi a impastare, anzi, a panificare, e piano piano dalla farina ha preso forma l'impasto a cui ognuno di noi ha dato una forma.. io con scarsa fantasia non sapendo cosa fare ed essendo giunto il momento di infornare le nostre pagnotte, presi la mia pallina, la strinsi nella mano e le detti un colpetto sulla spianatoia, ne uscì una forma tipo isolotto..
    Dopo la cottura, ce lo gustammo caldo.. LIBIDINOSO..
    un'esperienza bellissima, davvero tantissimo, che porto ancora dentro di me, e che mi fa comprendere a pieno cosa hai provatu tu ieri sera..
    Goditi la tua pagnotta, e cura il tuo lievito, il vostro matrimonio sarà dei migliori riusciti e prolifici!!

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  2. Cara Roberta che bello leggerti. Mi sono divertita con il tuo racconto... Da molta soddisfazione impastare (anche se il cuoco è mio marito), stiamo provando vari tipi di farine...
    Sono contenta che hai passato una bella serata; peccato per la nebbia, qui splende il sole...
    Aspetto di vedere la pagnotta!!!
    A presto e buon fine settimana.
    Ale

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  3. la mia nonna paterna cullava, coccolava e amava il suo lievito madre, mi hai catapultata in un ricordo fantastico!! grazie!! e t'invidio non poco, quest'esperienza, magari un giorno arriva il tempo anche per me ...vedremo
    buona pagnotta!
    baci
    Simonetta

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  4. Che bel racconto!! :)
    Sono passata anche per augurarti buona domenica, e per dirti che il mio blog creativo http://bijouxallamano.blogspot.com/ è rimasto saldamente dov'è (e chi lo schioda^^) mentre l'altro ha "cambiato casa". Ora, se vuoi, lo trovi qui: http://ire-lucyvanpelt.blogspot.com/

    Un salutone! :)

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  5. E' stato piacevole prendermi cura di lei e così lo farò anche questo fine settimana, profumi nell'aria che sanno di buono di vecchio di ricordi....

    Un abbraccione a voi

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