Che settimana infernale questa.
Devo dire che da quando sono rientrata al lavoro dopo
la pausa Natalizia tante cose sono cambiate.
In ufficio il capo è andato in pensione e per quel che mi riguarda ha fatto benissimo anzi era ora che andasse a riposarsi ed evitasse di trattarci come degli imbecilli,
sempre incavolato quando parlava e non andava mai bene nulla. Oggi la pensava così domani diverso e il giorno dopo ancora diverso….non sento la sua mancanza anzi.
Questo cambio però ha generato un nuovo capo o meglio un responsabile dell’ufficio che non si trova per nulla aiutato dal precedente e il dirigente che deve capire cosa facciamo per prendersi la responsabilità di firmare i documenti….un casino per intenderci.
Arrivo a casa alla sera il cui unico desiderio è annullarmi nel letto e cercare di riprendere fiato.
A casa invece le cose piano piano prendono una forma umana e vivibile tanto che ho deciso di non prendermi più di tre impegni serali a settimana.
Ho ripreso la palestra ed ho aggiunto il ballo latino americano che io adoro.
E poi c’è la fotografia che gestisco nei fine settimana.
Diciamo che dovrei anche prendere in mano la stoffa per fare le tende ma sarà un progetto primaverile.
Ed io come stò? Come mi sento? Cosa provo?
Qui mi inoltro in una pagina scritta ora a caratteri soavi ora a caratteri decisi altre volte incomprensibili.
Una persona mi ha detto in più occasioni che dovrei far uscire il mio lato dolce anziché il cane rabbioso che invece esce spesso e sovente. Mi spiego: asserisce che qualcuno o qualche cosa mi ha talmente ferito che io sono molto ma molto spesso sulle difensive e non espongo invece il mio lato dolce e gentile.
La mia risposta è stata che dicendo quello che penso posso toccare nelle persone dei nervi scoperti e quindi quelle persone si sentono attaccate.
Ci penso e ci ripenso ma la cosa che più mi torna alla mente è che per molto tempo ho permesso alle persone di calpestare il mio lato dolce e soave per poi vedermelo triturato in mille pezzetti e forse mi fa più male perché io l’ho permesso. Forse la persona che non riesco a perdonare fino in fondo sono io che pur sapendo cosa mi fa male permetto agli altri di farmelo.
E questo può generare una difensiva e forse una guardia alzata da parte mia.
Ma cavolo non ne ho ben donde? D’altro canto però sono anche disposta ad assumermi la mia responsabilità sui miei atti e sui miei pensieri e mi ritrovo a sviscerare le cose, a parlare, riparlare perché non voglio vivere con il rimpianto.
Certo non possiamo dire agli atri cosa fare, come agire ma se una persona è disposta ad andare oltre le apparenze vuol dire che è una persona per cui vale la pena di mettersi in discussione.
Però ci penso e ripenso e vorrei riuscire a trovare il bandolo della matassa.
Per fortuna è in arrivo un altro fine settimana in cui spero di riposare e riprender fiato per la prossima che sarà altrettanto intensa.
Questo è il pane che ho sfornato martedi sera....